I Mutui a tasso variabile e l’andamento dell’Euribor dopo la Bufera sulle borse di agosto
Dopo l’analisi sul tasso fisso e la sua convenienza grazie ai tassi eurirs in discsa libera, analizzeremo la situazione per chi è orientato al tasso variabile. Queste considerazioni sono d’obbligo per capire il mercato dei mutui ipotecari dopo la bufera dei mercati nelle borse europee che si è scatenato durante il mese d’agosto.
Il tasso variabile e il ribasso dell’euribor
Come accennato la tempesta delle borse ha totalmente fatto rivedere le previsioni per quel che riguarda i mutui a tasso variabile cambiando le prospettive per il futuro descritte luglio. Infatti, tornando alla primavera, assistevamo ad un lento, ma costante rialzo dei tassi, confermato ad aprile e luglio dalla Banca Centrale Europea che aumentava il costo del denaro che passava dal 1% al 1,25 e poi all’1,5%. Il rialzo era proiettato a salire anche per i tre anni successivi fino al 2014. Come era previsto dal sole24ore “i future sull’Euribor a 3 mesi … proiettavano l’ “indice dei mutui variabili” al 2% a dicembre 2011, al 2,775% a dicembre 2012, al 3% … a settembre 2013, e al 3,43% a settembre 2014“.
Oggi, invece, dopo l’estate infuocata delle borse pone un ripensamento se non un ribaltamento delle proiezioni delle primavera. Infatti si dovrebbe invertire la rotta e l‘Euribor dovrebbe cominciare a scendere nei prossimi mesi: a dicembre 2011 all’1,3%, a marzo 2012 all’1,19%, a giugno 2012 all’1,16% per ritornare ai livelli attuali per l’inizio dell’estate del 2013 e oltrepassare la barriera del 2% nella primavera del 2014.
Se queste previsioni saranno confermate assisteremo ad un tentativo del mercato nell’euro zona di crescita stentata dell’economia nel prossimo periodo. Ciò dovrebbe costringere la BCE a non attuare quei rialzi dei tassi di interesse che si prefiggeva di operare nei prossimi anni.
Questa ipotesi detratta tra i contratti future sul mercato londinese Liffe, se confermata in futuro dai mercati, coinciderebbe con un ribasso dei tassi variabili, a parità di spread, rispetto ai tassi d’interesse attuali, facendo aumentare la convenienza del mutuo a tasso variabile ancora per qualche anno (il miglior variabile a 20 anni risulta con un Taeg di irca il 2,7%).