La durata del finanziamento è una caratteristica assai importante che incide molto sulla spesa e sul tipo e peso della rata del mutuo: per esempio, la lunga durata è preferita da coloro che vogliono garantirsi rate di rimborso più basse sostenendo al contrario una maggiore spesa in interessi.
La durata di un mutuo varia a seconda della tipologia di mutuo sottoscritto. Generalmente va da un minimo di 10 anni e arriva fino a 30, ma la legge prevede che i mutui siano di media o lunga durata.
Il periodo del mutuo può essere di 5, 10, 15 o 20 anni e recentemente, a causa dell’alto prezzo degli immobili, si è arrivati fino a 35-40 anni ed addirittura in un caso anche a 50.
Anche l’età del richiedente è andata aumentando, considerando l’allungamento della vita media e le condizioni lavorative precarie per i giovani di oggi, arrivando anche a 80 anni.
La durata del prestito ipotecario influisce soprattutto sulla scelta del tasso di interesse: un mutuo di lunga durata a tasso fisso, che di solito è maggiore del breve periodo e maggiore anche del tasso variabile, non consente di seguire le fluttuazioni del mercato e quindi degli eventuali ribassi dei tassi che si verificano nel lungo periodo. Viceversa nella scelta di un mutuo a tasso variabile si dovranno sostenere tutte le variazioni positive e negative del mercato nel lungo periodo. Quindi sarà possibile sia situazioni in cui il ciclo economico faccia diminuire i tassi e di conseguenza alleggerire la rata, sia il periodo in cui ci sia un forte rialzo e quindi una rata molto cara da pagare.
In fine ricordiamo che più la durata è maggiore e più alto sarà il TAN richiesto dalla banca, perchè all’aumentare del periodo di finanziamento, diminuisce la capacità di previsione di un istituto di credito, e perciò si tutelerà facendo pagare di più al cliente.